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Difendere e rappresentare un lavoratore della forestale? Inizialmente ero esitante, ed il motivo era lecito: di luoghi comuni, costruiti ad hoc contro questa categoria, ve ne sono tantissimi. Forse troppi.

Per anni è stata approntata una campagna “antioperaidellaforestale” basata sulla bugia e la menzogna. Ne abbiamo sentite di tutti i colori. Ed i colori delle bugie, delle volte, possono far male ed assumere le sfumature più pericolose. Fra le tante bufale, quella relativa allo sperpero di denaro pubblico proveniente da Roma.

Bene, in seguito all’incontro con alcuni di essi, devo dire che mi sono ricreduta. Si tratta di persone perbene, padri di famiglia, mariti, singole unità di uomini, uniti da un valido scopo: la stabilizzazione del proprio posto di lavoro. Diritto che hanno acquisito da oltre vent’anni, ma che – ad oggi – non si è ancora cristallizzato. Certamente non per torto imputabile alla loro condotta.

Iniziamo con un assunto: la colpa non è dei lavoratori della forestale. Loro hanno accettato, del tutto in buona fede, un compito con la speranza, secondo le promesse politiche, che tale incarico potesse diventare, un giorno, a tempo pieno. Sulla scia di queste promesse, pertanto, in tanti, tantissimi, hanno costruito una famiglia, messo al mondo dei figli, acquistato una casa.

Ma le promesse non sono state realizzate ed i sogni sono rimasti silenti nel cassetto.

La politica ha fatto un utilizzo distorto di questi uomini, a proprio uso e consumo. Ed in questo caso, nel do ut des politico, non vi è stato alcun des; almeno nel senso pieno del termine. I governanti sono fermi al loro posto, sulle soffici poltrone dell’ARS mentre loro, i lavoratori della forestale, a casa. Ora io mi chiedo, è questa la giustizia?

Sfruttando il bisogno e la disoccupazione diffusa, la classe politica si è potuta permettere un ricatto collettivo, un gigantesco voto di scambio, fatto alla luce del sole. Questo patto scellerato, estorto col bisogno delle vittime, gli stessi che oggi li vogliono far passare per “fannulloni”, sta creando una strage sociale senza precedenti.

Attenzione. Dalla lettura di questo articolo sono banditi i falsi moralisti. Coloro i quali storcono il naso quando sentono odor di politica nelle pratiche di attribuzione di un posto di lavoro (e che poi sono i primi a rivolgersi (sotto banco) alla fatidica richiesta di aiuto – id est: gli ipocriti e dissimulatori).

Bene, diciamo che i censori, sono poco graditi in questa sede. E la ratio è evidente: il lavoro è sacro. E così come è sacro il lavoro, è del tutto legittima la speranza di appellarsi ad ogni tipo di soluzione, di mezzo o strumento, purché lecito. Tutti devono fare il mea culpa. Nessuno escluso. Dove albeggia un barlume di speranza, vi è una richiesta. E non va MAI giudicato l’uomo che effonde una richiesta disperata di aiuto per garantire il pane ai propri figli. Tutti lo abbiamo fatto. Tutti.

I politici hanno promesso la stabilizzazione ai lavoratori della forestale siciliana? bene e allora che stabilizzazione SIA!. Questa promessa – tecnicamente – rientra nell’ambito del contratto verbale che dal punto di vista legale prevede specifiche responsabilità ed obblighi. Prima fra tutte: l’obbligo alla stabilizzazione del precariato. La Regione siciliana ha l’obbligo legale e contrattuale di procedere alla cristallizzazione. Non ha le pecunie? Pazienza, deve trovarle.

Una promessa elettorale è un grande impegno fatta al pubblico da un politico che sta cercando di vincere delle elezioni. Se da questa promessa nasce una legittima aspettativa (il diritto alla stabilizzazione) questa deve essere realizzata da chi ha fatto la promessa. Soprattutto quando, come nel nostro caso, si tratta di personale che la Regione utilizza per determinati periodi dell’anno sotto contratto.

Cosa fare, dunque?

In Sicilia i forestali impiegati a tempo indeterminato sono appena 803. Poi ci sono i 22mila precari dipendenti dell’Assessorato all’Agricoltura, e gli 8mila dipendenti dell’Assessorato al Territorio: lavorano 6 mesi l’anno e da giugno a dicembre guadagnano 1.200 euro al mese pagati dalla Regione, mentre negli altri sei mesi sono a carico dell’Inps.

Trattasi di una categoria che ha un contratto precario da oltre vent’anni e che aspetta che quella promessa diventi realtà. La soluzione deve essere definitiva: vanno salvaguardati i livelli occupazionali e i forestali devono lavorare non con misure assistenziali, ma con un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato e pieno.

Partiamo dal presupposto che questi lavoratori sono una grandissima risorsa per il territorio siciliano.

La Sicilia, dal punto di vista dei collegamenti, è un colabrodo. Perché non utilizzare a tempo pieno le professionalità di questi uomini?

Diverse sono le potenzialità che possono essere sfruttate dalla risorsa bosco sia dal punto di vista agricolo-forestale, stradale, turistico anche attraverso i fondi dell’Unione Europea. Da questi ambiti produttivi si può ricavare reddito e dare occupazione.

La Regione attualmente è silente. Ritualmente, ogni anno, il problema si propone e ritualmente la fonte dei guai viene tamponata.

Ma il tampone è troppo piccolo e la ferita continua a sanguinare. E’ come il caso dell’operaio che su una macchia d’umido passa una mano di colore, senza eliminare il problema alla fonte. Prima o poi la chiazza ricomparirà e sarà sempre più grande.

Ecco, alla Regione tamponano, ma non agiscono concretamente sul problema.

Ma una soluzione vi può essere. Una soluzione indolore, a basso costo, se non esente da costo, che porterebbe un buon risultato.

I lavoratori della forestale devono appellarsi all’art. 15 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, proclamata il 27 dicembre 2007. I lavoratori della forestale sono vittime della violazione dei diritti fondamentali.

Su richiesta di alcuni lavoratori della forestale abbiamo studiato una strategia legale che porterà la Regione verso un inevitabile obbligo legale: la cristallizzazione del posto di lavoro dei forestali.

A breve, nel territorio di Castelbuono e delle Madonie verranno indette delle riunioni per illustrare il percorso legale da affrontare insieme.

Percorso, si ripete, esente da costi per gli interessati.

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Per info sulle modalità di adesione: studiolegale.fasano@alice.it

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SCARICA: Scheda di adesione, azione collettiva operatori forestali

SCARICA: MODULO PREPOSTI CAP


 

VIDEO CONFERENZA CON OPERAI FORESTALI