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I Docenti delle paritarie approdano su ANSA. Ecco l’intervista rilasciata dal nostro avvocato Fasano su una delle testate giornalistiche più importanti d’Italia. Tutti i contenuti su ANSA.IT

Novembre 14, 2019

Avvocato Angela Fasano: “ I Docenti delle scuole paritarie, sono eguagliati agli statali? “.

Le scuole paritarie permettono ai docenti di aver riconosciuto il pre ruolo paritario ai fini della ricostruzione della carriera e della mobilità? E soprattutto in che modo i docenti possono tutelarsi a riguardo. Ne parliamo con l’avvocato Angela Maria Fasano, esperta in Diritto del Lavoro.

PRIMA PAGINA ITALIA 13 novembre 2019

Avvocato che cosa sono gli istituti paritari?

Gli istituti paritari si vanno ad inserire nell’ambito del diritto scolastico e costituiscono unitamente alle scuole statali e gli enti locali, il sistema nazionale di Istruzione che ovviamente entra in quel canone giuridico di tutela che è previsto dalla Costituzione. L’istituto paritario rende una prestazione scolastica al pari di quella resa dallo Stato. In quanto gli standard qualitativi professionali e curriculari sono gli stessi, non c’è alcun tipo di differenza né giuridica né economica.

Le scuole paritarie permettono ai docenti di aver riconosciuto il pre ruolo paritario ai fini della ricostruzione della carriera e della mobilità?

Attualmente il Miur e le amministrazioni periferiche scolastiche, stanno negando, del tutto illegittimamente, il riconoscimento di un diritto che  spetta a tutti  i docenti che hanno reso una  prestazione lavorativa presso un Istituto paritario, prima della definitiva immissione di ruolo . Un vero paradosso perché attualmente docenti con anche 10/15 anni  di servizio negli Istituti paritari non possono computare questo punteggio ai fini della ricostruzione della carriera o ai fini della mobilità. Questo è impensabile perché da un punto di vista contabile e fiscale, lo Stato su quegli anni ha guadagnato, perché il docente  ha avuto un cedolino paga dove lo Stato, in qualità di sostituto d’imposta ha svolto delle trattenute. Inoltre la ricostruzione di carriera ne risente tantissimo, perché appunto in 10 anni comporta un pacchetto economico, relativo agli scatti di anzianità, benefici economici, assistenziali e previdenziali che vengono negati. E’ come se il Docente per lo Stato , non avesse mai reso  in quegli anni tali prestazioni e fosse praticamente un fantasma.

Esattamente in cosa consiste la legge 62 del 2000?

Grazie alla legge 62 del 2000 in Italia si è stabilito l’assoluta parificazione tra servizi statali e servizi paritari. Vale a dire che un Docente che ha reso la sua prestazione all’interno di una scuola paritaria ha la medesima ed identica posizione curriculare e professionale. Non c’è alcun tipo di differenza tra un docente statale ed uno paritario. L’unica differenza attualmente è resa dal MIUR che al momento nega questo punteggio. Sicuramente si tratta di una negazione che affonda le sue radici in un problema economico, ma come dice la Corte di Giustizia le questioni economiche non possono investire i diritti del singolo ed in particolar modo il diritto bene/vita che è il diritto al lavoro.

I docenti in che modo si possono tutelare?

L’unico modo purtroppo è procedere con una azione legale contro il MIUR e contro le amministrazioni scolastiche periferiche che al momento vietano questo diritto sia per la mobilità che per la ricostruzione di carriera,  e questo vale anche per le procedure concorsuali.

Bisogna quindi rivolgersi ad un avvocato che abbia competenze nell’ambito del Diritto scolastico e procedere con un ricorso individuale presso il giudice del lavoro o collettivo presso il Tar . Il nostro studio, già dal 2016 –quale studio legale- ha avviato  questi ricorsi al Tar Lazio, ottenendo esito positivo nel 2018,  in quanto Il Tar Lazio ha dichiarato illegittimo l’agire del MIUR per la mobilità e ricostruzione di carriera,  sancendo una disparità di trattamento che va a ledere direttamente l’articolo 3 della Costituzione, in materia del principio di uguaglianza.

Secondo i giudici amministrativi non vi può essere alcuna obiettiva ragione che ne determini una discriminazione legale.

Quindi l’unico modo per tutelarsi è quello di adire al giudice competente per vedere dichiarato questo punteggio, anche ai fini della mobilità.

Occorre sottolineare però che esiste una disomogeneità di pronuncia a livello nazionale, nel senso che non tutti i Tribunali sono favorevoli a  questa lettura. I Tribunali siciliani, hanno ad esempio ampiamente riconosciuto il diritto dei  docenti delle paritarie ad aver riconosciuto  tale punteggio, con gravissime condanne nei confronti del MIUR, altri Tribunali – che danno una differente lettura dal punto di vista normativo-, continuano a negarlo.

Si è dunque concretizzata una disparita di trattamento nei tribunali.

Ecco perché stiamo lavorando per bocciare questa forma di discriminazione e approntando un ricorso alla Corte Europea.


Video Intervista

 

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